Quasi sempre, in assenza di patologie organiche, sono il risultato di uno stato ansioso.
I disturbi del sonno possono assumere varie forme: dalla difficoltà di addormentamento, ai risvegli notturni frequenti, al risveglio precoce, al sonno non riposante.
Quasi sempre si approcciano, erroneamente, senza chiederci perchè non dormiamo o dormiamo male. E quasi sempre “risolviamo” con l’assunzione di benzodiazepine.
Ma le BDZ non sono la soluzione. Se come approccio sintomatico possono funzionare, permettendoci di dormire bene per qualche notte, non sono la soluzione dei problemi di insonnia.
Tutte le BDZ creano, alla lunga, problemi di dipendenza e di assuefazione.
Questo significa che, nel tempo, per mantenere l’effetto, dobbiamo o aumentare la dose (impossibile oltre un certo limite) o cambiare principio attivo.
Non è infrequente, poi, che si utilizzino per dormire delle benzodiazepine che non appartengono alla classe degli ipnoinducenti o ipnotici- i sonniferi, per capirci- ma piuttosto degli ansiolitici a largo spettro (i più diffusi a tale scopo, tanto per non fare nomi commerciali sono lo Xanax e il Tavor).
Ricordate sempre che, se dopo 6 mesi di assunzione continuativa, cioè quotidiana, di BDZ dormite ogni sera, significa che avreste dormito comunque. Il principio attivo del farmaco, infatti, a questo punto ha creato un’assuefazione e non è più efficace.
Insomma, invece di usare solo farmaci, chiedetevi cosa possa produrre quell’ansia che disturba il vostro riposo. E chiedetevi anche se non possano esserci altre soluzioni. Perché ci sono.