In tutta la mia vita credo di non avere mai visto un comunicatore migliore di Zelensky, a parte, forse, Giulio Cesare, ma ero ancora molto piccola e non me lo ricordo granchè.
Le regole della comunicazione sono poche e piuttosto semplici. Il difficile è metterle in pratica.
Ci sono alcuni cardini da tenere presenti:
1- la comunicazione deve essere EFFICIENTE ed EFFICACE.
Questo significa che ogni comunicazione deve veicolare l’esatto messaggio che l’emittente intende far passare e che tale messaggio deve arrivare al destinatario senza distorsioni.
Una cosa che spesso dimentichiamo nella nostra vita comune è di verificare che il messaggio sia ARRIVATO all’altro e che l’altro LO ABBIA CAPITO.
Quasi sempre ci preoccupiamo solo di parlare nel modo che secondo noi è chiaro senza preoccuparci del ricevente (dei suoi codici culturali, della sua sensibilità, della sua biografia, del suo livello culturale etc.)
2- la comunicazione si svolge SEMPRE su due livelli: uno verbale e uno non-verbale.
Il livello verbale è quello “più semplice” – ma se rileggete le righe sopra capirete che in realtà non lo è così tanto.
Il livello non-verbale è un livello composito. Comprende il tono della voce, il volume della voce, le espressioni del volto, la prossemica, gli abiti, i luoghi, i movimenti del corpo e delle mani, la direzione dello sguardo…
Quasi mai chi comunica si rende conto di quanti messaggi manda senza rendersene conto.
3- è impossibile non comunicare.
Questo è un assunto di base che vi cito e basta in quanto non ha bisogno di commento essendo di per sé evidente e in quanto non ci interessa riguardo a questo nostro articolo.
Il non-verbale nei discorsi di Zelensky
Il non-verbale dei discorsi di Zelensky è stata la prima cosa che mi ha colpito.
Vediamolo nel dettaglio:
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Lo avete mai visto con la giacca?
Ha immediatamente dismesso gli abiti formali per mostrarsi, fin da subito, un capo combattente strutturando così un meccanismo di vicinanza alla popolazione ucraina ed essere percepito e considerato primus inter pares e non il “re” (al contrario di Putin).
Ha, cioè, innescato un meccanismo di empatia ed appartenenza assolutamente motivante per tutto il suo popolo.
Lo stesso messaggio, utile per la comunicazione rivolta verso l’interno, è passato anche all’esterno cioè verso gli altri paesi :”(io) Noi resisteremo”
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Non ha MAI letto un discorso.
Avrete notato che TUTTI gli altri leader hanno SEMPRE letto i loro discorsi. Qualche volta hanno avuto in mano un foglio, altre leggevano sul gobbo elettronico davanti a loro (Biden compreso).
Intendo dire che noi non abbiamo mai notato che Zelensky abbia letto.
Se è piuttosto scontato che i suoi discorsi siano stati preparati da fior fior di spin doctor, lui, probabilmente sfruttando le sue capacità mnemoniche di attore, non ha mai avuto davanti alcunché e ci ha sempre dato la sensazione di sempre andato a braccio.
La naturalità che risulta veicola il contenuto che Zelensky stia parlando col cuore e non stia facendo freddi calcoli politici (come, ad esempio, Putin).
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Secondo le circostanze, Zelensky ha parlato da luoghi diversi.
Anche questo messaggio non verbale è assolutamente efficace ed efficiente.
In sostanza ci dice che lui c’è, è presente. Sempre.
Ci dice anche che è in mezzo ai suoi (quando lo vediamo nelle strade di Kiev) ma che è anche a capo del paese (quando è in quello studio assolutamente sobrio ma dove sono presenti tutti gli elementi simbolici necessari).
In entrambe le situazioni mantiene i due ruoli: il capo di stato e l’uomo comune che combatte per la patria.
Il verbale nei discorsi di Zelensky
Anche la comunicazione verbale si è molto mossa dai primi discorsi all’ultimo, quello di questa mattina fatto al nostro Parlamento.
Intanto noterete che i discorsi sono sempre stati lievemente differenziati nei contenuti secondo i paesi a cui erano diretti. E questo, come dicevamo, segue la regola della comunicazione efficiente ed efficace.
Occupiamoci di quelli che hanno riguardato l’Italia e di quelli iniziali che erano rivolti a tutti i paese occidentali.
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I primi discorsi
I primi discorsi erano un po’ più estemporanei dei successivi ma non hanno MAI disatteso le due regole base dell’efficienza e dell’efficacia della comunicazione.
Ciò che è arrivato a tutti noi è stata l’immagine di un leader assolutamente positivo (diciamo che lo Zelensky pre-invasione non era proprio percepito come un sincero democratico, a ragione direi, ma questo è un altro discorso) e stupefacentemente capace (“Incredibile! Un comico!”).
E questo è il primo punto a suo favore sia verso il suo paese che verso i paesi esteri.
Zelensky e’ credibile e capace.
Ricordiamoci che, fin da subito, Putin è stato percepito dai più – secondo me erroneamente, ma anche questo è un altro discorso- come un “pazzo”.
All’inizio Zelensky ci ha fatto emotivamente parteggiare per lui e per gli Ucraini perché lo abbiamo percepito come vittima di un abuso.
Sebbene l’Ucraina sia assolutamente vittima di un’invasione ingiustificabile non era scontato che ci apparisse così. Pensate a leader di altri paesi attaccati in passato o coinvolti in altre guerre.
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I discorsi di quasi metà
Nei discorsi di quasi metà Zelensky ha cominciato a differenziare secondo l’interlocutore (parte della 2° regola della comunicazione).
Diciamo che, secondo con chi parlava -gli USA, l’Europa, i paesi ex blocco sovietico, i Russi etc.- calcava l’accento su un punto diverso del discorso (che era più o meno lo stesso per tutti).
Il discorso unico aveva in sè i seguenti contenuti:
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siamo le vittime
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resisteremo
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dateci aiuti
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isolate Putin
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I discorsi di mezzo
I discorsi di mezzo sono un’elaborazione dei discorsi di quasi metà. I contenuti erano più o meno gli stessi ma con delle puntualizzazioni e delle aggiunte perché alcuni dei sottomessaggi precedenti erano già arrivati e ricevuti correttamente.
I sottomessaggi arrivati a ricevuti (quindi inutile ripeterli perché la ridondanza è nemica della comunicazione efficace ed efficiente) erano:
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siamo le vittime
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resisteremo
Dunque serviva adesso massimizzare e dettagliare gli altri sottomessaggi.
1- aiutateci
è diventato
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le armi che ci date non bastano
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forniteci più aiuti umanitari
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istituite una no-flying zone perché noi stiamo difendendo i nostri ma soprattutto i VOSTRI valori democratici.
E qui c’è di nuovo un tentativo di un aggancio empatico per creare una maggiore identificazione e dunque una maggiore motivazione all’azione e all’aiuto.
2- isolate Putin
è diventato
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le misure sanzionatorie non sono abbastanza. Dovete fare di più
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vogliamo entrare nella UE e nella Nato perché noi siamo Europei occidentali come voi
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no-flying zone assolutamente
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E’ a questo punto che secondo la mia analisi c’è il primo e direi unico errore comunicativo – a giudicare dal discorso fatto oggi, 22-03-2022 al Governo Italiano – di Zelensky
L’errore di Zelensky è stato dimenticare che non stava parlando solo con Putin, con gli Usa o con i paesi dell’ex blocco sovietico, ma che stava parlando anche con degli Europei occidentali.
Intendo dire che sia il verbale che il non-verbale sono diventati aggressivi e offensivi. Per dirla come al bar, dicevo nel titolo, Zelensky ha provato a giocarsela a “chi ce l’ha più lungo”.
Così facendo si è fregato in automatico l’empatia degli Occidentali europei.
Ha, cioè, scordato l’interlocutore o, almeno, uno degli interlocutori.
Se la logica del pugnino più su funziona con USA e Putin (paesi imperialisti e guerrafondai) tende a non funzionare con gli Europei.
In Europa, escluso per alcuni leader molto di destra, il gioco di forza non è catchy.
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Gli ultimi discorsi (al 22-03-2022)
Gli ultimi discorsi di Zelensky fatti ai diversi governi europei hanno cambiato registro. Evidentemente gli spin doctor hanno colto il feedback e corretto il tiro.
Il messaggio veicolato continua ad avere sottomessaggi ma qualcosa è cambiato.
– Non c’è più la richiesta della no-flying zone (Zelensky ha colto il ritorno da parte del destinatario della comunicazione che era, più o meno, al bar “Smetti di insistere. Ti abbiamo già detto di no. Hai rotto.”)
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Non c’è più la parte aggressiva del messaggio, almeno nei confronti dell’Europa e, certamente, dell’Italia.
(al bar:
Zelensky -”Se non ti comporti da duro e puro sei una femminuccia”
Europa -”Se non interrompi queste idiozie da troglodita ti lasciamo picchiare e amen”)
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Ha nuovamente reinserito contenuti positivi motivanti ed empatizzanti:
Nello specifico all’ Italia:
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siamo amici
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grazie dell’importante aiuto che ci avete dato
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grazie dell’importante aiuto che continuerete a darci
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Mariupol è come Genova dove io sono stato tante volte, pensatela distrutta
In buona sostanza: “Noi siamo uguali, siamo fratelli. Aiutiamoci a vicenda perché i nostri sono valori condivisi e noi Ucraini siamo l’avamposto della difesa di tutti”
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Non so come proseguirà la cosa dal punto di vista della comunicazione ma so per certo che questa guerra, e di certo Zelensky, ci hanno insegnato moltissimo.
Spero che abbiamo imparato qualcosa anche noi e che saremo dei comunicatori più efficaci nel nostro privato, capendo che “fare i Putin” porta solo al conflitto.